REGOLE CASA CUCINA - ALIMENTI - LIQUORI - PESI E MISURE

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CODICI e SIGLE UOVA

 

 

CATEGORIA

La categoria ci indica la FRESCHEZZA delle uova, intesa per uova non refrigerate:

Le uova di Categoria A extra sono freschissime, commercializzabili solo entro 7 giorni dall'imballaggio o 9 giorni dalla deposizione. Hanno una camera d'aria che deve essere di massimo 4 mm (più l'uovo invecchia e più la camera d'aria aumenta).

Le uova freschissime hanno le seguenti caratteristiche:

 

  • Guscio e cuticola di forma normale, puliti e intatti
  • Camera d’aria di altezza non superiore a 4 mm, immobile; 
  • Tuorlo visibile alla speratura solo come ombratura, leggermente mobile in caso di rotazione dell’uovo, ma con ritorno in posizione centrale. All’apertura deve essere privo di macchie, non appiattito ma che forma una bella cupola
  • Albume chiaro e traslucido, rigido attorno al tuorlo
  • Nucleo germinale con sviluppo impercettibile
  • Odori atipici assenti
  • Corpi estranei assenti

 

Le uova di Categoria A sono uova fresche, non refrigerate con camera d’aria non superiore a 6 mm; la normativa sanitaria prescrive che siano consegnate al consumatore non oltre 21 giorni dalla data di deposizione.

La Categoria B è destinata solo all’industria di trasformazione quindi non può essere disponibile nei punti vendita.

 

DIMENSIONI

Sulla confezione è possibile accertarsi sul peso delle uova che acquistiamo attraverso altre lettere:

XL: grandissime, oltre i 73 g

L: grandi, da 63 g a 73 g

M: medie, da 53 g a 63 g

S: piccole, meno di 53 g

 

SCADENZA

Il periodo di conservazione per le uova fresche (di categoria A) è chiamato “termine minimo di conservazione” ed è fissato, al massimo, al ventottesimo giorno dalla data di deposizione. La data di deposizione c’è sempre quando sugli imballaggi c’è la dicitura “extra fresche”.

 

PROVENIENZA

Sulla confezione è presente una vera e propria carta identità dell’uovo, sottoforma di un codice alfanumerico.

Se le uova sono vendute sfuse, sul cestello è obbligatorio apporre un cartellino, che deve riportare almeno il nome e indirizzo del produttore.                                   

 

il codice ha un formato generico di questo tipo, 

x yy zzz ww jjj,

dove:

x     individua il sistema di allevamento delle galline ovaiole,

yy   lo Stato di produzione,                                                  zzz  il Codice Istat del Comune,       

ww  sigla della Provincia di ubicazione del produttore           jjj   è il codice identificativo dell'allevamento di produzione. 

 

I sistemi di allevamento sono così codificati:

0 = biologico

1 = all’aperto

2 = a terra

3 = in gabbia

 

Esempi di Codice di registrazione del Paese:                        IT = Italia AT = Austria DE = Germania NL = Olanda

 

Gli ALLEVAMENTI sono tenuti a registrare nell’Anagrafe Zootecnica il possesso e la detenzione di animali destinati a produrre derrate alimentari (azienda avicola con più di 250 capi).

Ad ogni singola azienda è assegnato un CODICE AZIENDALE da parte dei Veterinari Ufficiali della ASL.

Al momento della registrazione, inoltre, devono indicare il metodo di allevamento, informazione che troviamo sulle confezioni e sulle uova (biologico, all'aperto...).

 

Per poter essere commercializzate le uova (e gli allevamenti che le producono) devono superare tutta una serie di controlli di tipo chimico e microbiologico che riguardano l’intera FILIERA PRODUTTIVA (ossia la catena di passaggi che va dall’allevamento delle galline fino al banco di vendita).

Tutti questi controlli hanno lo scopo di garantire la SICUREZZA ALIMENTARE. I controlli microbiologici sono indirizzati soprattutto nei confronti delle Salmonelle. Il primo controllo viene eseguito addirittura alla nascita dei pulcini destinati a diventare galline ovaiole. Proseguono, a cadenze regolari, durante tutto il periodo di crescita dell’animale (chiamato “fase di pollastra”) e per tutta la durata della ovodeposizione (ricordiamo che la gallina inizia a produrre a circa 4 mesi di età e la deposizione dura per circa 1 anno).

 

RINTRACCIABILITÀ

Sulle confezioni di uova ci sono informazioni utili anche per il produttore. Il NUMERO DI LOTTO dal quale è possibile ricavare molte informazioni su come è avvenuta la produzione e che insieme ai documenti che accompagnano le uova è utile in caso di rintracciabilità.

Il numero di lotto è determinato dal produttore e non è obbligatorio se Tempo Minimo di Conservazione (TMC) e scadenza riportano giorno e mese.

Ma anche per le autorità di controllo. Sugli imballaggi delle uova trovi il NUMERO IDENTIFICATIVO DEL CENTRO DI IMBALLAGGIO. Si tratta di un codice che permette di identificare in modo univoco lo stabilimento; esso viene attribuito dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MIPAAF) ed è garanzia che lo stabilimento ha tutte le attrezzature per l’idonea classificazione (A extra, A, B) e marchiatura.

 

Non solo le uova ma tutti gli elementi della filiera di produzione delle uova sono sottoposti a RINTRACCIABILITÀ: le galline ovaiole, i mangimi e tutti i prodotti che derivano dalle uova (ovoprodotti: maionese, ecc…).

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https://nutracem.com/blog/f/come-acquistare-le-uova

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SIGLE  VINO

 

E PRODOTTI A MARCHIO TUTELATO

 

DOP, DOC, DOCG, IGP, STG 

 

Dop è l’acronimo che sta ad indicare la Denominazione di Origine Protetta.

 

Doc è l’acronimo che sta ad indicare la Denominazione di Origine Controllata.

 

Docg è l’acronimo che sta ad indicare la Denominazione di Origine Controllata e Garantita-

 

Igp è l’acronimo che sta ad indicare l’Indicazione Geografica Protetta.

 

Stg è l’acronimo che sta ad indicare una Specialità Tradizionale Garantita. 

 

 

 

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http://www.italianfoodsecrets.it/certificazioni/

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VINO

 

CODICI DELLE D.O. e I.G.T. e RELATIVE TIPOLOGIE

 

Per le TAbelle Complete far riferimento aPDF:

 

http://www.enotecnochimica.it/doc01/codici.pdf

 

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REGOLE su COME APPARECCHIARE LA TAVOLA

 

 il Galateo è ormai una cosa poco considerata, siamo diventati moderni e sempre meno formali. 

 Crediamo però che principi come questi non debbano mai essere superati anche con l’avvenire della modernità. 

Partiamo dalla tavola, un tema sicuramente interessante poiché crediamo che una volta o l’altra vi siate trovati seduti con altre persone senza conoscere quale fosse l’utilizzo esatto delle posate o dei bicchieri posti davanti a voi. 

 Le posate: quale usare per prima e come riporle a fine pasto

 Forchetta a sinistra, coltello a destra con la lama rivolta verso il piatto e cucchiaio alla destra del coltello, fin qui tutto ok. Il problema si presenta quando abbiamo più di una posata per tipo e non sappiamo quale prendere per prima. Dall’antipasto al secondo la posata da prendere per prima è sempre quella più esterna, regola valida sia per forchetta che per coltello. 

Durante le interruzioni del pasto, è buona norma mettere forchetta e coltello sul piatto in posizione delle lancette dell’orologio alle 20:20 mentre al termine del pasto le posate vanno posizionate rivolte verso l’altro in posizione parallela, alle 18:30.

 2. I bicchieri: quali usare e come disporli sulla tavola

 Il numero massimo di bicchieri consentiti dal galateo è cinque, tuttavia, non sempre si ha a disposizione tavoli abbastanza grandi da contenerli tutti, quindi il minimo sindacabile è di avere almeno un bicchiere per l’acqua e una per il vino. La disposizione corretta prevede che il bicchiere dell’acqua venga posto in direzione della punta del coltello, subito dopo si continua sulla destra con quelli del vino dando la precedenza al calice per il vino rosso e a seguire quello per il bianco, in genere di ampiezza inferiore, che va posizionato avvicinandolo leggermente al commensale.

 3. Il tovagliolo

 Il tovagliolo va messo sulle gambe, sempre. Per quanto riguarda il suo utilizzo il galateo ci dice che dovrebbe essere utilizzato ogni qual volta si decide di bere acqua o vino, la motivazione principale è il fatto che viene considerato sgradevole vedere i calici in tavola unti o con impronte delle labbra. 

 4. Il cucchiaino del caffè

 Un gesto comune a tutti è quello di mettere in bocca il cucchiaino del caffè dopo aver mescolato. Ebbene, il Galateo ci dice che è una cosa da non fare! Il caffè deve essere mescolato con delicatezza dal basso verso l’alto, subito dopo è buon uso poggiare il cucchiaino, anche se sporco, direttamente sul piattino.

 5. Come inclinare il piatto per mangiare il brodo

 Il gesto più immediato che ci verrebbe da fare, per prendere gli ultimi cucchiai di brodo, è quello di inclinare il piatto verso di noi. Invece, per il Galateo, è esattamente in contrario: il piatto va inclinato verso il centro del tavolo; questo per avere più padronanza del gesto e non rischiare di rovesciare tutto. 

 6. La postura

 La migliore postura da tenere a tavola consiste nel mantenere la schiena dritta senza mai appoggiare i gomiti sul tavolo. Le braccia infatti vanno tenute lungo i fianchi appoggiando soltanto le mani sul tovagliato; mai tenere le braccia sotto il tavolo!

 7. Non dire Buon appetito!

 La regola del Galateo ci impone di non augurare un buon appetito ai commensali, questo perché, anticamente, il riunirsi a tavola era un’occasione di conversazione e discussione e il cibo faceva solo da contorno a questo evento per renderlo maggiormente piacevole. Preso atto di questo, pensiamo che, al giorno d’oggi, mettersi a tavola è un piacere quindi, per questa volta, uno sgarro lo possiamo anche fare.  

 8. Brindisi: mai dire cin cin o salute!

 E’ buona usanza nel momento in cui viene fatto un brindisi non dire né “cin cin” né “salute”, il massimo della partecipazione che il Galateo concede infatti, è l’alzare il bicchiere con braccio disteso all’altezza del viso e fare un cenno con la testa, aggiungiamo noi che un sorriso lo possiamo anche accettare.  

9. Mai chiedere il sale 

 Il sale non andrebbe mai chiesto perché può far capire, in modo velato, che non state apprezzando il cibo offerto. Sarebbe infatti buona norma che chi si occupa di apparecchiare la tavola preveda a mettere a disposizione dei commensali il sale non in una saliera ma in una ciotola con cucchiaino.

 10. Come servire il pane 

Ed è qui che dovrete abbandonare tutte le vostre certezze: il pane non va tagliato ma spezzato con le mani. A dire il vero il Galateo imporrebbe che non vengano mai serviti interi bastoni di pane ma bensì pagnotte di dimensioni ridotte e che esse vengano servite all’ospite su un apposito piattino posizionato a sinistra sopra le forchette; questo permetterà al commensale di spezzettare con le proprie mani il pane evitando di spargere le briciole sul tavolo. 

 

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ETICHETTE lavaggio vestiti

 

 

 

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LIQUORI - cognac

l’invecchiamento e le sue sigle vs, vsop, xo

 

VS (una volta era indicato con ***): VERY SPECIAL

È il cognac invecchiato almeno due anni (e qualche mese), quello che troviamo comunemente sugli scaffali del supermercato.

È sempre un blend di diversi crus. 

 

VSOP: VERY SUPERIOR (o special) OLD PALE

È la qualità commerciale seguente, invecchiata almeno 4 anni (e qualche mese). È quasi sempre un blend di diversi crus. 

 

XO: EXTRA OLD

L’ultima qualità legale è invecchiata almeno 6 anni: sotto questa denominazione rientrano quasi tutti i cognac vecchi in commercio, dai giovani XO con meno di 10 fino a circa 30 anni. 

 

 

altra fonte:

  • VERY SUPERIOR o TRE STELLE nella miscelazione si è usata un’acquavite invecchiata quattro anni e mezzo

  • VSOP e V.O. RESERVE nella miscelazione si è usata acquavite invecchiata dai quattro anni e mezzo ai sei anni e mezzo

  • VECCHIA RISERVA O GRAN RISERVA - ROYAL – VIEUX (vecchio) XO (extra old) NAPOLEON nella miscelazione si è usata acquavite invecchiata più di sei anni e mezzo

  • HORS D’AGE E PARADIS nella miscelazione l’acquavite usata ha più di sei anni e mezzo, ma sono utilizzati cognac che hanno 50 anni di invecchiamento.

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